SONJA QUARONE Vestirsi D’Oriente
SONJA QUARONE-Vestirsi D'Oriente
A cura di Fortunato D'Amico
Il nostro modo di vestirci, utilizzare il nostro corpo in relazione agli indumenti che portiamo addosso, le forme con cui amiamo ornare il nostro abbigliamento, sono parte essenziale della cultura che caratterizza il mondo in cui viviamo.
Ciò risulta evidente soprattutto osservando le immagini scattate da Sonja Quarone, durante il suo ultimo viaggio in India. Queste fotografie ci portano in luoghi lontani dall’Europa, dove conoscere persone e saperi distanti dalla modalità occidentale di intendere il progresso e la crescita, proiettati come siamo in una dimensione del futuro che considera la velocità un valore assoluto e tende a sminuire i pregi della vita programmata a ritmi slow. Le rappresentazioni del continente indiano rivelano il contrasto tra l’India tradizionale, organizzata secondo modelli arcaici, ed un’altra moderna, luogo di grattacieli sorti rapidamente dentro la trama caotica della città nata spontaneamente, riportano drammaticamente il conflitto tra una ciclo storico in fase di estinzione ed un’altro in procinto di sostituire il precedente. In questa epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti, messi in atto ancor più velocemente della nostra capacità di comprenderne il senso e la direzione, il compito dell’arte e dell’artista è di indagare nelle contraddizioni del mondo contemporaneo e rilevarne le differenze, riconoscendo, nel raffronto e nell’accettazione della diversità dei costumi, la priorità da tutelare per salvaguardare la conoscenza planetaria e la memoria dell’umanità.
Sonja Quarone ha un occhio particolare nell’evidenziare i dettagli dell’ornamento dove si insinuano i sintomi, le tracce che portano a studiare i modelli di vita e i loro legame con esperienze dilatate al di là della semplice rappresentazione dell’estetica.
L’ intervento artistico restituisce un ritratto dell’India fluttuante ed evanescente, raccolto attraverso una resa di colori tenui e acquerellati, tendenti al monocromatismo, e individuando nelle minuzie, espresse dai soggetti inquadrati, il focus delle letture divelte dallo scenario circostante.
In queste indicazioni iconografiche l’abbigliamento, con i suoi tessuti, i colori, le tecnologie, le pratiche di produzione dell’ornamento, non ha quindi solo la funzione di mostrarci il modi di “vestire”, ma anche quella di attestare la norma individuale e collettiva scelta da una comunità di persone per abitare il mondo, marcare il territorio con propri codici, vivere la società e l’economia nella la specificità del proprio del tempo.
L’anima spirituale e fisica dell’India,avvolta nella leggerezza delle stoffe, intuita nella trasparenza, movimentata dal gioco delle pieghe ondulate e morbide delle vesti, è oggi in procinto di indossare un’altra mise e forse, addirittura, di abbandonare per sempre le consuetudini millenarie che hanno reso gli indiani e i loro gesti, simili alle divinità delle religioni e dei movimenti spirituali cresciuti all’ombra della civiltà sviluppatasi intorno alla valle dell'Indo.
Il look d’occidente
Proteggere il corpo dalle intemperie e dalle variabilità climatiche, esibire i segni dello status individuale, mostrare, attraverso la scelta degli indumenti indossati, la propria appartenenza a gruppi sociali e culturali: sono tutti aspetti che aiutano a capire quali sono le vere ragioni delle scelte velate nel nostro modo di vestire.
I manichini e giacche, esposti in questa rassegna di opere create da Sonja Quarone, assumono in sé valori parametrici nel confronto tra le foto precedenti, rappresentative della civilizzazione asiatica e in particolare indiana, rispetto a quella tecnocratica e tipicamente occidentale.
Il progetto di questi oggetti nasce dalla speciale collaborazione, sviluppata in occasione Design Week 2015 di Milano, tra un’azienda di moda ed un’altra di resine destinate al mondo dell’arte e all’architettura. I capi iconici della collezione Belstaff, interpretati applicando finiture in resina Gobbetto, vestono le sagome di modelli umani sospesi in pose dinamiche. Figure in contrasto con i portamenti lenti del popolo della terra dei Guru e dei Santoni ma che ritrovano affinità orientali nei disegni floreali che Sonja Quarone ha realizzato in Flexint sul dorso del giubbotto. L’arte, non è solo la manifestazione umana della creatività ma è anche un linguaggio per avvicinare culture ultra secolari, maturate agli antipodi della sfera terrestre, riconoscendone le diversità e da queste cogliere gli elementi utili ad istituire processi evolutivi verso la conoscenza e il risveglio spirituale.
A cura di Fortunato D'Amico
Il nostro modo di vestirci, utilizzare il nostro corpo in relazione agli indumenti che portiamo addosso, le forme con cui amiamo ornare il nostro abbigliamento, sono parte essenziale della cultura che caratterizza il mondo in cui viviamo.
Ciò risulta evidente soprattutto osservando le immagini scattate da Sonja Quarone, durante il suo ultimo viaggio in India. Queste fotografie ci portano in luoghi lontani dall’Europa, dove conoscere persone e saperi distanti dalla modalità occidentale di intendere il progresso e la crescita, proiettati come siamo in una dimensione del futuro che considera la velocità un valore assoluto e tende a sminuire i pregi della vita programmata a ritmi slow. Le rappresentazioni del continente indiano rivelano il contrasto tra l’India tradizionale, organizzata secondo modelli arcaici, ed un’altra moderna, luogo di grattacieli sorti rapidamente dentro la trama caotica della città nata spontaneamente, riportano drammaticamente il conflitto tra una ciclo storico in fase di estinzione ed un’altro in procinto di sostituire il precedente. In questa epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti, messi in atto ancor più velocemente della nostra capacità di comprenderne il senso e la direzione, il compito dell’arte e dell’artista è di indagare nelle contraddizioni del mondo contemporaneo e rilevarne le differenze, riconoscendo, nel raffronto e nell’accettazione della diversità dei costumi, la priorità da tutelare per salvaguardare la conoscenza planetaria e la memoria dell’umanità.
Sonja Quarone ha un occhio particolare nell’evidenziare i dettagli dell’ornamento dove si insinuano i sintomi, le tracce che portano a studiare i modelli di vita e i loro legame con esperienze dilatate al di là della semplice rappresentazione dell’estetica.
L’ intervento artistico restituisce un ritratto dell’India fluttuante ed evanescente, raccolto attraverso una resa di colori tenui e acquerellati, tendenti al monocromatismo, e individuando nelle minuzie, espresse dai soggetti inquadrati, il focus delle letture divelte dallo scenario circostante.
In queste indicazioni iconografiche l’abbigliamento, con i suoi tessuti, i colori, le tecnologie, le pratiche di produzione dell’ornamento, non ha quindi solo la funzione di mostrarci il modi di “vestire”, ma anche quella di attestare la norma individuale e collettiva scelta da una comunità di persone per abitare il mondo, marcare il territorio con propri codici, vivere la società e l’economia nella la specificità del proprio del tempo.
L’anima spirituale e fisica dell’India,avvolta nella leggerezza delle stoffe, intuita nella trasparenza, movimentata dal gioco delle pieghe ondulate e morbide delle vesti, è oggi in procinto di indossare un’altra mise e forse, addirittura, di abbandonare per sempre le consuetudini millenarie che hanno reso gli indiani e i loro gesti, simili alle divinità delle religioni e dei movimenti spirituali cresciuti all’ombra della civiltà sviluppatasi intorno alla valle dell'Indo.
Il look d’occidente
Proteggere il corpo dalle intemperie e dalle variabilità climatiche, esibire i segni dello status individuale, mostrare, attraverso la scelta degli indumenti indossati, la propria appartenenza a gruppi sociali e culturali: sono tutti aspetti che aiutano a capire quali sono le vere ragioni delle scelte velate nel nostro modo di vestire.
I manichini e giacche, esposti in questa rassegna di opere create da Sonja Quarone, assumono in sé valori parametrici nel confronto tra le foto precedenti, rappresentative della civilizzazione asiatica e in particolare indiana, rispetto a quella tecnocratica e tipicamente occidentale.
Il progetto di questi oggetti nasce dalla speciale collaborazione, sviluppata in occasione Design Week 2015 di Milano, tra un’azienda di moda ed un’altra di resine destinate al mondo dell’arte e all’architettura. I capi iconici della collezione Belstaff, interpretati applicando finiture in resina Gobbetto, vestono le sagome di modelli umani sospesi in pose dinamiche. Figure in contrasto con i portamenti lenti del popolo della terra dei Guru e dei Santoni ma che ritrovano affinità orientali nei disegni floreali che Sonja Quarone ha realizzato in Flexint sul dorso del giubbotto. L’arte, non è solo la manifestazione umana della creatività ma è anche un linguaggio per avvicinare culture ultra secolari, maturate agli antipodi della sfera terrestre, riconoscendone le diversità e da queste cogliere gli elementi utili ad istituire processi evolutivi verso la conoscenza e il risveglio spirituale.