Giuseppe Mastromatteo’s portraits bring poetic Surrealism back to life. They could be collages, but take
advantage of the subtlety of digital technology to reproduce humanity in impossible and illusory
dimensions. Ripped faces, eyes and ears which run through hands, are the centre of an imaginary truth
that draws inspiration from the visions of Magritte and Man Ray to land inside a new visual synthesis
with stylistic patterns representing the most contemporary photography of our time, in a continuous
overlapping of visual languages that live in the world of advertising and genuine research.
Backgrounds are white, the light homogeneous: nothing averts the detailed expressions in the
characters of this silent and fascinating theatre of the absurd. Transfigured bodies, pierced and
lacerated do not show any form of violence, but instead pose solemnly in front of the photographer’s
lens, beyond any suffering.
No expression exists in these faces, there is no tension, but rather a sense of timelessness that leaves us
open to reflect about the uncertainty of this third millennium.
The observer’s eye is immediately attracted by the extravagance of these creatures, which at the same
time produces a true sense of discomfort and uneasiness. Mastromatteo intervenes in the interior sense
of beauty. The models he chooses for his images bring to the stage classic canons of harmony and
equilibrium creating a complex dialectict between fascination and repulsion.
From here the evident sensation emerges of discovering oneself in front of a Pantheon where every
possibility of self identification is precluded.
A universe unto itself is the object of aesthetic contemplation and intriguing reverence, magnified by
the means with which this is all narrated because photography continues to maintain a link with an
indissoluble reality of facts.
The process of recognition inherent in portrait photography appears as something distant.
Physiognomy comes to light only to recover the aesthetic detail of our time.
Reality and fiction appear as outdated ideas with full attention focusing on memory. As a conclusion,
in order to bring together feelings and fragments of this project, photography in itself seems not enough
and becomes something more, transforming into a metaphor of itself, reaching the final objective of
communicating through other forms and channels.
___________________________________________________________________________

Giuseppe Mastromatteo – Indipensense
Testo di Denis Curti

I ritratti di Giuseppe Mastromatteo riportano alla poetica del Surrealismo. Potrebbero essere collage,
ma sfruttano la finezza della tecnologia digitale per riprodurre un’umanità impossibile ed illusoria.
Volti strappati, mani che si lasciano trapassare da occhi, orecchie, bocche sono al centro di un
immaginario che trae ispirazione dalle visioni di Man Ray e Magritte, per approdare a una sintesi con
gli stilemi della più aggiornata fotografia contemporanea, in un continuo sovrapporsi di linguaggi che
abitano i mondi dell’advertising e della ricerca pura.
I fondali sono bianchi, la luce omogenea: nulla distoglie lo sguardo dai dettagli dei protagonisti di
questo silenzioso e affascinante teatro dell’assurdo. Corpi trasfigurati, trafitti, lacerati, non denunciano
alcuna violenza, bensì posano solenni di fronte all’obiettivo del fotografo, al di là di ogni dolore.
Non c’è espressività nei loro volti, non c’è tensione, bensì un senso di sospensione che lascia campo
aperto alle riflessioni e alle incertezze di questo terzo millennio. Lo sguardo dell’osservatore è attratto
dalla stravaganza di queste creature, ma allo stesso tempo produce un senso di disagio e inquietudine.
Il fatto è che Mastromatteo interviene sul senso bellezza interiore di ciascuno.
I modelli che sceglie per le sue immagini mettono in scena i classici canoni di armonia ed equilibrio,
realizzando una complessa dialettica fra fascinazione e repulsione.
Di qui emerge la chiara sensazione di trovarsi di fronte a una sorta di Pantheon nel quale è preclusa
ogni possibilità di identificazione.
Esso costituisce un universo in sé concluso e autosufficiente, è oggetto di contemplazione estetica e di
una incuriosita reverenza, aumentata dalla natura del mezzo con il quale tutto questo è descritto,
perché la fotografia continua a mantenere un legame indissolubile con la realtà dei fatti. Il processo
di riconoscimento, caro alla fotografia ritrattistica, appare come cosa lontana.
La fisiognomica viene sfiorata solo per recuperare i dati estetici del nostro tempo. Realtà e finzione qui
appaiono come concetti superati e tutta l’attenzione è verso il perno centrale della memoria. Alla fine,
per raccogliere sentimenti e frammenti di questo progetto, la fotografia stessa sembra non bastare
più e diventa altro, trasformandosi in metafora di sé stessa, raggiungendo l’obiettivo finale di
comunicare attraverso altre forme e altri canali.

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

Giuseppe Mastromatteo – Indipensense
Introduction by Oliviero Toscani

Masturbation is a practical activity practiced
by everyone since always, and it doesn’t make
you blind, as they told me it did when I studied
with priests at school, on the contrary it serves
as a way to see even better and more in depth.
Masturbation is a creative action which helps
develop the genital organs, which makes them
more familiar to us, increase our confidence
with them and expands our fantasy.
Sometimes, masturbation satisfies us much
more than certain wives and girlfriends.
Today technology permits us to masturbate
non only physically, but virtually as well.
The software and hardware offered by the
market make it possible for us to masturbate
continuously, developing our creative talents.
Technological masturbation is not a simple
activity: producing creativity avoiding the risk
of homologation, is an exercise which very few
are really capable of.
So, well done to Mastromatteo, who proposes and
brings us something new through a masturbation
that will surely never make him blind, on the
contrary will help everyone see a bit better.
___________________________________________________________________________

Giuseppe Mastromatteo – Indipensense
Presentazione di Oliviero Toscani

La masturbazione è un’attività praticata da
tutti da sempre, e non fa diventare ciechi, come
mi raccontavano quando studiavo in collegio
dai preti; anzi, serve a vedere meglio e in modo
più profondo. La masturbazione è un azione
creativa che aiuta a sviluppare gli organi
genitali, che ci fa familiarizzare e prendere
confidenza con loro e approfondisce la nostra
fantasia. A volte la masturbazione ci fa godere
molto di più di certe mogli o fidanzate.
Al giorno d’oggi la tecnologia ci permette di
masturbarci non solo più fisicamente, ma
anche virtualmente.
I software e gli hardware che il mercato offre,
ci consentono masturbazioni a getto continuo,
sviluppando il nostro talento creativo.
La masturbazione tecnologica non è un’attività
semplice: produrre creatività, scansando il
rischio dell’omologazione, è un esercizio del
quale pochi sono veramente capaci.
Quindi bravo Mastromatteo, che ci propone e fa
nascere qualcosa di nuovo attraverso una
masturbazione che, sicuramente, non lo farà
mai diventare cieco, anzi, permetterà a tutti di
vedere un po’ di più.