RUGGERO ROSFER Renaissance



RUGGERO ROSFER
Renaissance
A cura di Benedetta Donato

Essere Umani

«Siamo ciechi a tutte le altre possibili configurazioni perché letteralmente non sappiamo immaginare...».
E.H. Gombrich, Arte e Illusione, 1960

Rinascere, immaginare di ripartire da se stessi, dalla materia di cui si è fatti, per plasmarsi ed esistere in un mondo che vorremmo ci corrispondesse.
L'azione compiuta da Ruggero Rosfer prende avvio da concettualità lontane, da quella fecondità del principio femminile, che non va confusa con l'archetipo riferito all'estetica legata al femmineo.
Quest'ultimo infatti non è identità concreta, bensì immagine interiore, densa di un simbolismo che, nella selezione di opere presentate, diventa visibile e si articola in questa serie di concetti primordiali, sintetizzati nel mistero universale, sapientemente reinterpretato, come forza creativa e creatrice, in grado di scolpire il mondo.

Accade di attraversare il mito della creazione, in un intenso viaggio, dove la figura protagonista di queste rappresentazioni, si riappropria del suo potere, della propria forza, perpetrando il ciclo infinito di vita-morte-rinascita, con l'ausilio e per volontà delle sue stesse mani, metafora di un ventre fecondo e quindi del principio femminile per eccellenza, che qui genera nuova vita in primis del pensiero, a sottolineare la profondità dell'intenzione, consapevole, di una peculiarità unica e innata, da cui irradiano molteplici significati e abilità.
Si tratta dello stesso viaggio iniziato dall'autore oltre due anni fa, tra le Alpi Apuane, nei laboratori di Carrara, dove Michelangelo e altri prima di lui, avevano scoperto le potenzialità e il fascino del marmo. Roccia lunare e pregiata, da cui trae origine la complessa struttura geologica del territorio. Da questa terra nasce un'ispirazione, un'idea che si trasforma in un'idea ben precisa.
La scultura, generata dalla lavorazione di diversi blocchi di marmo, diventa fluida, mobile, richiamando il carattere dinamico della vita e si compenetra con un altro aspetto, apparentemente antitetico eppure essenziale per la sopravvivenza dell'essere, di una forza conservatrice e protettrice.
Il dualismo concettuale si propaga sotto altre sostanziali forme o per meglio dire, tramite diversi mezzi espressivi, che vengono utilizzati e interpretati dall'autore, in un esercizio attento ed equilibrato di contaminazione, consentendo di riposizionare queste fotografie in un contesto più ampio, caratterizzato da diversi livelli di lettura - anch'essi a prima vista antitetici - ma al contrario amalgamati, per essere finalizzati in un'unica, poetica visione.
Matericità ed astrazione, reale e irreale, concreto e astratto, affinità e distinzioni, sono elementi dicotomici, che compongono in egual misura l'universo di Rosfer, accompagnando lo spettatore in un percorso, al tempo stesso, contemplativo ed esperienziale, in cui ci si identifica e ci si riconosce con il soggetto umanizzato.
Siamo di fronte ad un essere vivente, pulsante, che scolpisce la materia dura e che si trasforma, fondendosi con essa e riportandone addosso i segni.
Il soggetto è inizialmente cosparso di polvere, in una sorta di condizione originaria mentre si appresta all'incontro con la materia, che inizia a scolpire, a plasmare, per amalgamarsi con essa e autorigenerarsi, apparendo in una moltitudine di raffigurazioni differenti, tutte legate al mito antico del femminino, la cui essenza è destinata a permanere, quasi a suggerire la capacità di adattamento costante al suo stesso incessante divenire.

Viene costruito un nuovo equilibrio, che consente una riflessione sulla possibilità di armonizzazione delle nostre esistenze con il mondo, azzerandone le ambiguità presenti.
Ruggero Rosfer immortala una metamorfosi ciclica, non come appannaggio di un'eredità atavica, ma come frutto di un approccio di costruzione e rigenerazione profonda.
Un nuovo rito di iniziazione, un risveglio interiore, che muove dalla potenza di un sentire artistico preciso, capace di scolpire, plasmare la materia e renderla sottoforma di narrazione inedita, attraverso la commistione di linguaggi molteplici e differenti dimensioni: dal disegno alla scultura fino alla fotografia e dalla bidimensionalità alla tridimensionalità.
I punti di vista offerti, consentono di andare ben oltre la prospettiva ristretta e parziale, illusoria e portatrice di un'unica verità.

Renaissance non è altro che rigenerazione, rinnovamento, riappropriazione del pensiero e della volontà. Partecipazione a qualcosa che è in noi e al di là di noi.
Ecco che il mistero si svela, si percepisce e appare manifesto, così metabolizzato e materializzato davanti ai nostri occhi nel tempo presente, perché riusciamo a contestualizzarlo in un immaginario preciso, che ci viene mostrato, come fosse la prima volta. Si riconosce la vita, questa nuova vita, come un processo di risveglio, di fusione con ciò che ci circonda, di consapevolezza e di movimento interiore incessante, grazie alla visione di un flusso di illuminazioni germoglianti, per divenire costantemente nel tutto ed essere finalmente umani.